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Argo, il cane protagonista del racconto, non è certo un esemplare di razza pregiata, ma possiede una bellezza indiscutibile: uno sguardo penetrante e un muso dalla forma perfetta. Sebbene il suo corpo lungo e la sua natura impulsiva lo rendano spesso difficile da gestire, Argo ha un posto importante nella vita del suo padrone, che lo osserva con una sorta di affetto ambiguo. A volte aggressivo e indisciplinato, altre volte comico e distratto, il cane appare come un riflesso del suo padrone: entrambi vivono in un mondo dominato da solitudine e incomunicabilità. Attraverso la prospettiva di Argo, Svevo esplora il comportamento umano da un punto di vista distaccato e curioso, come se il cane fosse un osservatore imparziale che giudica le stranezze dell'uomo. Argo percepisce i tratti più irrazionali e violenti degli esseri umani, il loro comportamento imprevedibile, ma riesce anche a cogliere, con un certo umorismo, l'incoerenza del mondo che li circonda. Svevo, facendo parlare il cane, invita il lettore a riflettere su come gli esseri umani siano spesso inconsapevoli del giudizio che gli animali potrebbero esprimere su di loro, mettendo in luce la distanza tra la coscienza animale e quella umana. Il racconto diventa così una riflessione sulla solitudine, sulla comunicazione e sul modo in cui ci relazioniamo agli altri, sia umani che non umani.
© 2024 Teatroformattivo (Ljudbok): 9791223086001
Utgivningsdatum
Ljudbok: 15 november 2024
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