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วรรณกรรมคลาสสิค
"Scrivendo queste cose, non intendiamo giudicare: non è attributo dell’uomo giudicare l’uomo: ma bene si può riconoscere nella «signorina» una magnifica Nemesi". Scritto e pubblicato al concludersi della Prima Guerra Mondiale, "Signorine" (1921) raccoglie quattordici brevi ma folgoranti racconti. Con la prosa compiaciuta e vagamente sorniona di chi ama scrivere, Panzini riesce a confezionare tanti piccoli gioielli di sarcasmo sferzante, nonché di forte introspezione psicologica, dipingendo sapientemente i tratti di una società in rovina, certo, ma non per questo meno dedita all’amore. Estremamente interessante per chiunque voglia conoscere meglio la concezione della donna in un’epoca distante ormai un secolo, "Signorine" è anche una lettura estremamente piacevole, che non manca mai di stupire!
Alfredo Panzini (1863-1939) nasce a Senigallia, figlio di un medico riminese. Trascorsa l’infanzia a Rimini, frequenta il Convitto Nazionale Foscarini a Venezia e poi l’Università di Bologna, laureandosi in Lettere (fra i suoi docenti, anche Giosuè Carducci). Insegnerà per tutta la vita al Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani di Roma, affiancando alla professione di insegnante una vivace produzione letteraria e lessicografica. Nel 1905, infatti, è fra i compilatori del Dizionario Moderno Hoepli. Scrittore estremamente prolifico, firma una trentina di romanzi (fra cui "Rose d’ogni mese", "Il padrone sono me!" e "La sventurata Irminda"), ma è anche autore di vari saggi storici ("Sigismondo Malatesta") e letterari ("L’evoluzione di Giosuè Carducci").
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