Era già successo, nel 1963, che Inter e Milan vincessero una lo scudetto e l'altra la Coppa dei Campioni. E sarebbe capitato di nuovo, nel 2007. Ma la doppietta di trent'anni fa, maggio 1989, resta unica. Per tanti motivi, come il record di punti (58) stabilito dai nerazzurri di Trapattoni e mai più battuto nell'epoca dei due punti a vittoria. O come il primo trionfo in Europa dei rossoneri di Sacchi (e l'allora imprenditore televisivo Silvio Berlusconi), grazie a un modo di giocare che ha segnato un'epoca. Ed è proprio questo il punto. L'Inter e il Milan di quel 1989 diventarono anche i simboli di una "guerra di religione" intorno al football. Da una parte, i tradizionalisti, convinti che il calcio all'italiana (di cui Trapattoni era il rappresentante per eccellenza) fosse l'unico possibile per le squadre nel nostro Paese. Dall'altra, gli innovatori (di cui Sacchi fu il capofila), che s'ispiravano ai modelli europei - in particolare quello olandese del calcio totale. Ne seguirono polemiche furibonde e una stagione trionfale. Dopo la quale il calcio non fu più lo stesso. In generale. E nei particolari. Basta confrontare il modo in cui si scrivevano le formazioni delle squadre allora e come li scriviamo adesso.
Era già successo, nel 1963, che Inter e Milan vincessero una lo scudetto e l'altra la Coppa dei Campioni. E sarebbe capitato di nuovo, nel 2007. Ma la doppietta di trent'anni fa, maggio 1989, resta unica. Per tanti motivi, come il record di punti (58) stabilito dai nerazzurri di Trapattoni e mai più battuto nell'epoca dei due punti a vittoria. O come il primo trionfo in Europa dei rossoneri di Sacchi (e l'allora imprenditore televisivo Silvio Berlusconi), grazie a un modo di giocare che ha segnato un'epoca. Ed è proprio questo il punto. L'Inter e il Milan di quel 1989 diventarono anche i simboli di una "guerra di religione" intorno al football. Da una parte, i tradizionalisti, convinti che il calcio all'italiana (di cui Trapattoni era il rappresentante per eccellenza) fosse l'unico possibile per le squadre nel nostro Paese. Dall'altra, gli innovatori (di cui Sacchi fu il capofila), che s'ispiravano ai modelli europei - in particolare quello olandese del calcio totale. Ne seguirono polemiche furibonde e una stagione trionfale. Dopo la quale il calcio non fu più lo stesso. In generale. E nei particolari. Basta confrontare il modo in cui si scrivevano le formazioni delle squadre allora e come li scriviamo adesso.
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