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Irène Némirovsky

La monotona e vuota quotidianità di Thérèse si interrompe quando nel solito caffè incontra un vecchio amico, di cui un tempo era invaghita e che non vede da quand'era ragazza.
L'indomani compirà quarant'anni, il marito è fuori città, e l'occasione di un pranzo con l'antico flirt in riva al lago a parlare di niente riavvolge all'indietro i ricordi:
«Tutti gli anni passati scricchiolano come i freschi gamberetti sotto i denti invecchiati dei protagonisti, che a tavola si abbandonano al tetro eros di un'ultima grande bouffe. "Un pranzo a settembre" è il canto del cigno delle illusioni di Irène Némirovsky» (Cinzia Bigliosi, traduttrice).
Un nuovo titolo della collana I Biplani, piccole perle nascoste di autori interpretati da firme eccellenti del mondo dell'illustrazione, qui nell'incantevole abbinamento tra la prosa tesa e malinconica di Némirovsky e l'atmosfera di un autunno d'altri tempi nelle tavole di Mara Cerri, con la postfazione di Cinzia Bigliosi.

Terre di mezzo

I Biplani

Un pranzo a settembre

Cinzia Bigliosi

Antonio Tabucchi

Non si sa quasi niente di quest'uomo, tranne che è diretto a Creta per un convegno. Ma di fronte a un bivio, un'energia nuova, quasi una piccola felicità, lo fa deragliare verso l'imprevisto. E il tempo si attorciglia su se stesso fino a confondere la realtà con l'immaginario. Un racconto ammaliante che condensa la poetica di Tabucchi.

Controtempo

Luciano Bianciardi

Due bande di ragazzini si affrontano per il controllo del boschetto dentro la fortezza di Grosseto.
I padroni indiscussi sono sempre stati "i piazzaioli", ma ora anche "i tripolini", stanchi di giocare nel fango, vogliono andare a far baldoria in città.
Si danno appuntamento sabato: la battaglia sarà decisiva. Diaccino è il più gracile, ma è intelligente e il capo, Adorno, se lo tiene accanto. Tra teste bucate e occhi neri, le cose però non vanno come previsto: c'è una spia, e deve essere punita.
Un racconto crudo e coinvolgente che ci riporta alle grandi zuffe di quando eravamo bambini, e ci ricorda come erano limpidi allora i concetti di lealtà e di giustizia.

Adorno

Paolo Nori

Ci sono periodi in cui avresti voglia di comprare un'affettatrice, un prosciutto, sedici pacchi di pan carré e otto tubetti di maionese, tornare a casa, mangiare, andare a letto, svegliarti, mangiare, andare a letto.
E ti ritrovi il lunedì sera, sdraiato con una scarpa sì e una no, a guardare su YouTube delle cose che proprio non ti interessano.
E in quei giorni ti viene spesso da chiederti: ma sta andando tutto bene o tutto male? Che cosa vuol dire incidere sulla realtà? E soprattutto: a cosa servono i gatti?
Tra solitudine e spaesamento (nella cucina di casa così come in vacanza ad Amsterdam), autoironia e tenerezza, un testo divertente e un po' amaro sui momenti di "nulla" che tutti viviamo.

A cosa servono i gatti

I Biplani - La serie de libros

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