Fin da subito è chiaro che l’Aids non è una malattia come le altre. Avere il virus in quei primi anni non significa solo ricevere una sentenza di morte, ma anche essere licenziati, discriminati, allontanati da amici e familiari. Succede perché a essere colpite sono le categorie più deboli, quelle che sono già minoranze, ma anche perché non esiste ancora una cura, e il virus fa paura. Lo ricorda bene Rosaria Iardino, che scopre di essere sieropositiva a 19 anni e che, dopo aver preso consapevolezza delle discriminazioni subite, decide di diventare attivista per i diritti delle persone con Hiv. Ma anche Don Luigi Ciotti, che con il Gruppo Abele si batte da subito per garantire accoglienza e supporto a quei malati che non vuole nessuno, anche andando contro ai principi della sua stessa Chiesa.
Fin da subito è chiaro che l’Aids non è una malattia come le altre. Avere il virus in quei primi anni non significa solo ricevere una sentenza di morte, ma anche essere licenziati, discriminati, allontanati da amici e familiari. Succede perché a essere colpite sono le categorie più deboli, quelle che sono già minoranze, ma anche perché non esiste ancora una cura, e il virus fa paura. Lo ricorda bene Rosaria Iardino, che scopre di essere sieropositiva a 19 anni e che, dopo aver preso consapevolezza delle discriminazioni subite, decide di diventare attivista per i diritti delle persone con Hiv. Ma anche Don Luigi Ciotti, che con il Gruppo Abele si batte da subito per garantire accoglienza e supporto a quei malati che non vuole nessuno, anche andando contro ai principi della sua stessa Chiesa.
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