Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria. Una di queste, per Mario Calabresi, ex direttore di Stampa e Repubblica, è un'immagine scattata alla fine di maggio del 2014 nel Donbass, in Ucraina, durante la guerra tra nazionalisti e separatisti filorussi: dieci bambini sono pigiati tra barattoli di conserve e cetrioli sott'olio, in una dispensa sotterranea trasformata in bunker per proteggersi dai bombardamenti. A scattarla è Andrea Rocchelli, un fotografo italiano che poche ore dopo sarebbe stato ucciso proprio su quel fronte, colpito da una scarica di mortaio. Andrea, per tutti Andy, aveva trent'anni, un talento immenso e un'idea chiara di cosa sia il giornalismo: dovere di testimoniare e di raccontare le persone. Così lo raccontano i genitori, Elisa e Rino, e due suoi colleghi del collettivo fotografico Cesura Lab. Andy si muoveva in modo autonomo, dicono, lontano dalla prima linea, per osservare la stessa cosa degli altri da un punto di vista alternativo, diverso, più vero. È quello che fa anche in Ucraina, fino all'ultimo. Andy è sul fronte più caldo, a Sloviansk: nel giorno in cui il figlio Nico compie tre anni, lui fa i suoi ultimi scatti.
Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria. Una di queste, per Mario Calabresi, ex direttore di Stampa e Repubblica, è un'immagine scattata alla fine di maggio del 2014 nel Donbass, in Ucraina, durante la guerra tra nazionalisti e separatisti filorussi: dieci bambini sono pigiati tra barattoli di conserve e cetrioli sott'olio, in una dispensa sotterranea trasformata in bunker per proteggersi dai bombardamenti. A scattarla è Andrea Rocchelli, un fotografo italiano che poche ore dopo sarebbe stato ucciso proprio su quel fronte, colpito da una scarica di mortaio. Andrea, per tutti Andy, aveva trent'anni, un talento immenso e un'idea chiara di cosa sia il giornalismo: dovere di testimoniare e di raccontare le persone. Così lo raccontano i genitori, Elisa e Rino, e due suoi colleghi del collettivo fotografico Cesura Lab. Andy si muoveva in modo autonomo, dicono, lontano dalla prima linea, per osservare la stessa cosa degli altri da un punto di vista alternativo, diverso, più vero. È quello che fa anche in Ucraina, fino all'ultimo. Andy è sul fronte più caldo, a Sloviansk: nel giorno in cui il figlio Nico compie tre anni, lui fa i suoi ultimi scatti.
Tritt ein in eine Welt voller Geschichten
Deutsch
Deutschland